Ha fatto tappa a Barbiana il progetto che dal gennaio scorso ha coinvolto istituzioni e studenti con l’obiettivo di fronteggiare l’abbandono scolastico tramite un tutoraggio incentrato sulle metodologie di don Milani, che della scuola di Barbiana fu fondatore ed ispiratore.
Dal gennaio scorso un gruppo di 20 allievi dell’Istituto di Scienze dell’educazione di San Giovanni è stato impegnato al Centro giovani di Matassino in incontri settimanali per seguire nei metodi di studio e apprendimento gli alunni delle scuole medie di Figline. Con questa strategia educativa, denominata Peer Education, è stato attivato un processo spontaneo di passaggio di conoscenze, emozioni ed esperienze con un ulteriore vantaggio, il coinvolgimento di tre fasce di età: 11-14 anni (i ragazzi delle scuole medie), 16-19 (scuole secondarie di secondo grado) e 23-25, cioè i tutor che hanno seguito il percorso e che hanno avuto la possibilità di misurarsi con un vero progetto di lavoro.
“Barbiana Oggi” – progetto che nasce da una sinergia tra Comune, AB Project, Istituto comprensivo di Figline, Istituto di Scienze dell’educazione di San Giovanni Valdarno e Centro giovani “Il Mattatoio” – intende favorire il benessere degli adolescenti lavorando con loro, rendendoli soggetti attivi della propria formazione, aiutandoli a sviluppare le proprie competenze all’interno del gruppo dei pari dove i ragazzi insegnano ai ragazzi. Il tutto con l’obiettivo di contrastare l’abbandono scolastico creando opportunità di socializzazione, promuovendo la capacità di apprendimento, di cooperazione e tutto ciò che sta alla base del processo di scolarizzazione.
A conclusione di questa prima esperienza – il progetto riprenderà nel prossimo anno scolastico – è stata organizzata una visita a Barbiana (Vicchio) per conoscere i luoghi dove don Milani fondò una scuola che poneva gli ultimi e i deboli al centro di tutto attraverso la cultura e la conoscenza.
“L’insegnamento di don Milani è quanto mai attuale e tuttora conserva quei tratti ‘rivoluzionari’ che per certi aspetti dovrebbero essere la regola – hanno commentato il sindaco Riccardo Nocentini e l’assessore Danilo Sbarriti -. Si parla di una scuola aperta, di una scuola che mette al centro gli ultimi ed insegna l’importanza del sapere: si è forti se si conosce, non con atteggiamenti violenti né con le angherie. In questi mesi abbiamo seguito il percorso di questi ragazzi e conosciamo i benefici che ne hanno tratto, per questo contiamo di poter riprendere il progetto nel prossimo anno scolastico”.
