19/06/2013 12:20

Doppia galleria per le opere di Lorenzo Bonechi

A quasi 20 anni dalla scomparsa, l’artista figlinese in mostra ad Arezzo e Castelfranco di Sopra


E' una rara occasione per rivedere da vicino le opere più belle per chi già lo conosce, da non perdere per cui non ha ancora avuto il piacere. E’ il testo della mail che gli organizzatori di “Lorenzo Bonechi: viaggio terrestre e celeste” hanno inviato per promuovere la mostra ad ingresso gratuito che si svolgerà dal 23 giugno al 15 settembre su due sedi: il Museo nazionale d’arte medievale e moderna di Arezzo (tutti i giorni 8,30-19.00, chiuso lunedì; 0575.409050) e l’ex abbazia di San Salvatore a Soffena di Castelfranco di Sopra (lunedì-venerdì 10-12, sabato-domenica 10-12 e 17-19; 055.9147711 e 338.5263810).


A poco meno di un ventennio della prematura scomparsa, la Soprintendenza aretina dedica una retrospettiva all’opera di Lorenzo Bonechi, tra i più significativi artisti italiani degli ultimi decenni. La mostra, curata da Michele Loffredo, ne presenta l’attività artistica attraverso una selezione antologica di 60 opere dislocate nelle due sedi. Ad Arezzo trovano posto le opere ad olio, le tempere e le sculture, disposte lungo un percorso che si affianca al consueto ordinamento museale e collocate a possibile e suggestivo confronto con i lavori e i temi della pittura toscana, dal Trecento al Quattrocento, che costituiscono fonte primaria di ispirazione dell’artista.

 

L’allestimento nell’ex abbazia di San Salvatore a Soffena, gestita in collaborazione con il Comune di Castelfranco di Sopra, presenta invece un selezionato “corpus” di incisioni presentate per la prima volta in Italia, ed esposte in precedenza solo al Museo di Belle Arti di Valencia (Spagna) nel 2007. La mostra avrà due distinte inaugurazioni: sabato 22 giugno alle ore 17 al Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo e domenica 23 giugno alle ore 11 alla ex Abbazia di San Salvatore a Soffena.


Lorenzo Bonechi nasce nel 1955 a Figline Valdarno e scompare prematuramente nel 1994 all’età di 39 anni. La sua prima produzione è legata alla grafica, stampe e disegni, che sarà sempre una costante della sua attività. Nei primi anni ‘80 raggiunge notorietà all’interno della corrente di ritorno alla figurazione denominata Pittura Colta, dalla quale si staccherà verso la metà degli anni ‘80, proseguendo il suo originale cammino e conseguendo successo di critica e di pubblico. L’attenzione ininterrotta dedicata alla sua opera è testimoniata dalle numerose partecipazioni a rassegne sull’arte italiana, da studi critici e mostre postume, già a partire dalla Biennale di Venezia del 1995, dove gli saranno dedicate due sale del padiglione italiano. Ancora oggi, a quasi un ventennio di distanza, la sua opera si pone come esemplare ricerca, come compiuto conseguimento e consapevole dominio di un linguaggio artistico straordinariamente raffinato e innovativo, germogliato dall’humus di una coltivata traduzione della pittura antica, tra bizantino, gotico e protorinascimento, della quale ha saputo farsi interprete pervenendo ad un linguaggio tra i più evocativi della contemporaneità.

 

 

 


Samuele Venturi
Ufficio Stampa Comuni di Figline e Incisa Valdarno
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