03/03/2012 13:56

Figline e Incisa: ipotesi di Unione a 2 prima della fusione

Da casa Petrarca l’assessore regionale Nencini lancia la tappa intermedia verso il Comune unico

Grande partecipazione anche per il secondo convegno verso il Comune unico di Figline e Incisa, un incontro al quale è intervenuto anche l’assessore regionale agli Affari istituzionali Riccardo Nencini, firmatario di quella legge sul riordino del sistema delle autonomie che era al centro della discussione stamani alla Casa Petrarca di Incisa.

 

Tanti gli esponenti del mondo politico presenti, il cui orientamento trasversale fornisce un dato importante sulla condivisione del progetto che i sindaci di Figline e Incisa hanno lanciato qualche mese fa, e che da allora sta continuando a contare consensi e nuove adesioni: erano presenti Eugenio Giani (consigliere regionale PD), Nicola Nascosti (consigliere regionale PDL), Pieraldo Ciucchi (consigliere regionale PSI), Maurizio De Sanctis (portavoce regionale SEL), Paolo Gambassi (consigliere comunale PRC a Incisa).


Come accennato, tema della mattinata era il riordino delle autonomie locali, che l’assessore Nencini ha illustrato alla platea di Casa Petrarca partendo da un’analisi di scenario nazionale che impone questioni preponderanti come i costi, la crescita, l’impoverimento dei bilanci comunali e le ristrutturazioni istituzionali: “Queste due Amministrazioni sono già molto avanti nel percorso – ha spiegato -, si tratta di una partita a due tempi che passa prima dall’Unione di questi due Comuni e poi dal referendum per la loro fusione, ed entrambi i casi vengono sostenuti economicamente dallo Stato e dalla Regione. Sono sicuro che i Comuni di Figline e Incisa abbiano assunto la strada giusta: questo è un caso nazionale che offre ai cittadini e agli amministratori un’esperienza unica, che in Toscana potrebbe aprire scenari mai visti”.


Dal convegno di stamani esce quindi la novità di una Unione dei Comuni di Figline e Incisa propedeutica alla fusione, un’indicazione che viene dalle Regione e che le Amministrazioni stanno valutando come un passaggio intermedio che non comporterebbe slittamenti di tempi nella tabella di marcia: gli obiettivi restano infatti il referendum entro il 30 giugno 2013 e le elezioni amministrative del nuovo Comune nella prima data disponibile del 2014.


Adesso i Comuni ed i partiti – hanno spiegato i sindaci di Figline, Riccardo Nocentini e di Incisa, Fabrizio Giovannoni - si impegneranno a verificare a livello politico e amministrativo l’Unione a 2 come primo step verso il Comune unico: ne deriverebbero vantaggi sotto il profilo dei finanziamenti regionali, ma soprattutto sarebbe un modo per lavorare insieme fattivamente ed allacciare legami più stretti tra gli uffici, intensificando e ampliando le gestioni associate”.

 

“L’Unione a 2 – hanno proseguito i due sindaci – sarebbe preliminare e si scioglierebbe con l’istituzione del Comune unico. Di conseguenza le strategie dell’Unione Valdarno-Valdisieve restano una prospettiva aperta e da perseguire, ma solo dopo la nascita del Comune unico: nel frattempo proseguiranno ovviamente le collaborazioni per la definizione delle politiche di area, come del resto avviene adesso”.


Nell’incontro di Casa Petrarca sono inoltre usciti dati interessanti riguardo alla fusione dei Comuni di Figline e Incisa, che si avviano a diventare un unico soggetto di 23389 abitanti (dati Istat gennaio 2012). Tra contributi erariali e vari finanziamenti regionali le cifre parlano di un vantaggio economico totale di 5milioni e 750mila euro su 10 anni – che diventerebbero circa 6milioni e 400mila euro con il passaggio intermedio dell’Unione a 2 -, ai quali andrà ad aggiungersi anche il capitolo “riduzione costi della politica”: infatti gli organi istituzionali si dimezzeranno (da 2 a 1 sindaco, da 32 a 16 consiglieri, da 9 a 5 assessori) con una diminuzione dei costi da circa 216mila euro a circa 117mila.


Dunque numeri eloquenti, come lo sono quelli relativi alle esperienze di fusione registrate finora: in Toscana quella tra Figline e Incisa sarebbe la prima dal dopoguerra, la decima in Italia. Le 9 precedenti esperienze riguardano Comuni la cui dimensione post-fusione non supera i 15mila abitanti (il più grande è Porto Viro con 14.761 abitanti, provincia di Rovigo) con gli altri tutti intorno ai 4mila abitanti; inoltre il Comune di Figline-Incisa sarebbe il primo sotto la linea del Po, visto che i casi precedenti si sono verificati nelle province di Como e Trento (2), Asti, Biella, Padova, Rovigo e Udine.


“Non ci sono esperienze alle nostre spalle – hanno concluso Nocentini e Giovannoni - ma questo ci dà una forza ancora maggiore perché siamo convinti che la fusione tra i Comuni sia la vera sfida per la riforma delle autonomie locali, una sfida verso la semplificazione ma soprattutto verso la nascita di una nuova comunità”.

 


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