Angela Finocchiaro al Teatro Garibaldi con “Ho perso il filo”

Sabato 2 e domenica 3 febbraio nuovo appuntamento con la stagione di prosa. Biglietti online su TicketOne


Sarà una Angela Finocchiaro inedita quella in scena sabato 2 (ore 21 turno B) e domenica 3 febbraio (ore 16,30 turno D) al Teatro Garibaldi di Figline, dove si metterà alla prova in modo sorprendente con linguaggi espressivi mai affrontati prima, per raccontarci con la sua stralunata comicità e ironia un’avventura straordinaria, emozionante e divertente al tempo stesso. Nei panni della protagonista di “Ho perso il filo”, diventerà un’eroina pasticciona e anticonvenzionale che parte per un viaggio, si perde, tentenna ma poi combatte fino all’ultimo il suo spaventoso Minotauro.

Lo spettacolo è scritto da Angela Finocchiaro, Walter Fontana e Cristina Pezzoli, che cura anche la regia. In scena, su coreografie originali di Hervé Koubi, anche Giacomo Buffoni, Fabio Labianca, Alessandro La Rosa, Antonio Lollo, Filippo Pieroni e Alessio Spirito.

I biglietti saranno in vendita da mercoledì 30 gennaio in biglietteria (piazza Serristori, Figline) dalle ore 9,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19. E’ comunque possibile acquistarli online in qualsiasi momento attraverso il Circuito TicketOne. In alternativa sarà possibile rivolgersi al box informazioni di un qualsiasi punto vendita Unicoop Firenze (a Figline è in via Ungheria). 

Si ricorda che, oltre alle riduzioni tradizionali, da quest’anno gli under 35 e gli under 26 hanno accesso a riduzioni ad hoc, che consentono loro di ottenere un biglietto rispettivamente a 15 euro e a 10 euro per i posti su qualsiasi palco (info su www.teatrogaribaldi.org). Angela Finocchiaro è alla terza presenza sul palcoscenico del Garibaldi dopo “La scena” del 2014/2015 e “Calendar girls” del 2015/2016.

Il prossimo spettacolo della stagione di Prosa, che quest’anno ha raggiunto il record di 856 abbonamenti, è in programma il 9 febbraio (turno A) e il 10 febbraio (turno C) con “Churchill” di Carlo Gabardini, con Giuseppe Battiston e Maria Roveran.

 



 


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