Baratto sociale: prosegue il progetto che previene il disagio

Dalla primavera 2015 già 10 i soggetti coinvolti. Quattro esperienze in partenza entro gennaio 2016


Si chiama “Baratto sociale” ed è uno dei progetti attivati a Figline e Incisa Valdarno già dalla scorsa primavera, come misura per prevenire il disagio,  per avviare percorsi di inclusione e per aiutare nel reinserimento lavorativo. La logica del baratto alla base dell’iniziativa è semplice: il Comune richiede al cittadino - che già riceve contributi economici - di mettere a disposizione del tempo da dedicare alla collettività, svolgendo attività di volontariato a supporto delle associazioni del territorio.

Tutte realtà che operano in ambito sportivo, culturale e sociale, per un totale di 18 associazioni che, al momento, si sono rese disponibili ad accogliere questi nuovi volontari. Quanto alle forme di sussidio comunale ricevute (per lo più bollette pagate, buoni spesa e contributi affitto), si tratta di risorse che vengono erogate per arginare situazioni di particolare difficoltà, vagliate caso per caso dalla Commissione assistenza che si riunisce ogni mese. Un modo per innescare una spirale virtuosa in grado di evitare che i disagi economici si trasformino rapidamente in disagi sociali, dal momento che gli aderenti all’iniziativa hanno l’opportunità di rimettersi in gioco, socializzare e crearsi un nuovo tessuto relazionale.


Proprio per il suo carattere sperimentale e innovativo, l’assessore alle Politiche sociali Ottavia Meazzini è stata chiamata a presentarlo all’incontro “l’Italia in Comune
– la rete delle buone pratiche” (28 novembre, Poggio a Caiano): un meeting tra vari amministratori locali italiani, finalizzato alla condivisione di idee e di progetti già attivati. Un modo per confrontarsi e, nel caso di Figline e Incisa, per offrire un’alternativa al modello proposto dal decreto Sblocca Italia (che prevede, per i morosi incolpevoli e con ISEE inferiore a una certa soglia, la possibilità di saldare il debito nei confronti del proprio Comune in cambio di lavoro). Un’alternativa che è piaciuta ai Comuni di Pelago (FI), Poggio a Caiano (PO), Sasso Marconi (BO) e Taranta Peligna (CH), che hanno deciso di applicare questo stesso modello alle loro realtà territoriali. Quanto all’esperienza di Figline e Incisa, ad oggi sono stati attivati 10 baratti sociali (di cui 3 conclusi e 7 in corso), che diventeranno 12 entro fine 2015 e 14 a partire dal 2016.


Per informazioni sul progetto “Baratto sociale”
è possibile contattare l’ufficio Servizi sociali del Comune di Figline e Incisa Valdarno 055.9125232.
 


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