Una serata per la pace, al Ridotto del Garibaldi va in scena la storia di Stanislav Petrov

La storia del tenente colonnello dell’Armata rossa che, da solo, salvò il mondo dalla guerra nucleare diventa una lettura-spettacolo con Alberto Di Matteo. Il 5 maggio l’evento organizzato da Comune e Comitato Popolo del Valdarno Costruttore di Pace

C’è stato un giorno in cui il destino dell’umanità si è trovato tutto nelle mani di un solo uomo. Sembra la trama di un romanzo, ma è quello che successe per davvero nella notte del 26 settembre 1983, quando il tenente colonnello dell'Armata Rossa Stanislav Petrov, da solo, scongiurò il rischio di una guerra nucleare totale. A questa vicenda è ispirata l’iniziativa “Dire no alla catastrofe: una serata per la pace”, che giovedì 5 maggio alle 21 porterà in scena lo spettacolo di e con Alberto Di Matteo al Ridotto del Teatro comunale Garibaldi di Figline. Un’iniziativa organizzata dal Comune di Figline e Incisa Valdarno e dal Comitato Popolo del Valdarno Costruttore di Pace. L’ingresso è gratuito, prenotazione obbligatoria cliccando qui.

Quella notte di quasi quarant’anni fa, Stanislav Petrov era di turno nel bunker dal quale venivano controllati i satelliti spia. Il monitor si illumina: secondo i segnali raccolti, cinque missili intercontinentali sarebbero partiti da una base statunitense del Montana. Non c’è tempo da perdere. In caso di attacco nucleare Petrov deve immediatamente avvisare i suoi superiori. In pochi minuti l’Unione sovietica avrebbe risposto con missili diretti su obiettivi strategici nel cuore dell’Europa e degli Stati Uniti. La Guerra fredda, dopo anni di distensione, stava vivendo un nuovo momento di forti attriti. L’escalation sarebbe stata rapida e devastante.

Petrov capisce però che c’è qualcosa di strano. Cinque soli missili sono un attacco molto debole per scatenare quella che anche gli Stati Uniti sanno che sarebbe l’unica risposta possibile, la guerra atomica. Prende allora la decisione più importante della sua vita, una decisione destinata a cambiare la storia: interpreta i segnali come un errore della strumentazione. L’allarme non parte. La sua intuizione si rivelerà corretta.

La storia di Stanislav Petrov ha ispirato “L’uomo che disse no alla catastrofe”, la lettura spettacolo di Alberto Di Matteo, attore e drammaturgo pratese. “È una storia che ci insegna come anche le scelte personali possano fare una grande differenza. In questi giorni in cui la guerra nucleare torna a essere una minaccia, vogliamo che questo spettacolo sia, soprattutto, un inno alla pace. Una scelta di campo che il Comune di Figline e Incisa Valdarno e il Comitato Popolo del Valdarno Costruttore di Pace avevano già compiuto nei primi giorni dell’aggressione all’Ucraina da parte della Russia, organizzando la grande marcia della pace che il 6 marzo scorso portò in piazza quasi duemila persone. Davanti alle immagini di un conflitto che ancora non accenna ad allentare, ci sentiamo inermi. Quella del 5 maggio vuole essere anche una serata di riflessione per ribadire che libertà, democrazia e uguaglianza sono l’unico presupposto per la pace”, spiega l’assessore alla Cultura.

 

Andrea Tani
Ufficio Stampa
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