Ricordare Pian d’Albero (e Giuseppina Cavicchi): ieri la cerimonia istituzionale

In occasione del 78° anniversario dell’eccidio, inaugurata a Sant’Andrea in Campiglia una targa per ricordare l’ultima testimone dell’eccidio


 
“La bambina della famiglia Cavicchi, testimone della più disumana crudeltà, dopo la scomparsa dei fratelli, per tutta la vita fino ai nostri giorni ha donato sé stessa con generosità e amore per aiutarci a ricordare”. Recita così la targa realizzata dal Comune e dalle sezioni Anpi del territorio per ricordare Giuseppina Cavicchi, durante la cerimonia che si è tenuta ieri mattina in occasione del 78° anniversario dell’eccidio di Pian d’Albero. 
La commemorazione è iniziata con la deposizione della corona al casolare Cavicchi: è lì che trovarono rifugio oltre 30 partigiani che, colti di sorpresa dalle truppe nazifasciste, vennero poi catturati e uccisi la mattina del 20 giugno 1944. 

Alle 10,30 la delegazione istituzionale si è spostata a Sant’Andrea in Campiglia, per la deposizione delle corone da parte del Comune di Figline e Incisa Valdarno e dei rappresentanti dell’associazione “The Black Watch” (Royal Highland Regiment) e per gli interventi di: Federico Cecoro, presidente del Consiglio comunale di Figline e Incisa Valdarno, che ha anche letto il messaggio del vicepresidente del CSM, David Ermini, impossibilitato a partecipare di persona all’iniziativa a causa positività al Covid19; Cristoforo Ciracì, presidente della sezione Anpi “Aronne Cavicchi” di Figline e Incisa Valdarno; Rachel Rennie, in rappresentanza dell’associazione “The Black Watch”;  Alessandro Martini, assessore del Comune di Firenze; Giulia Mugnai, sindaca del Comune di Figline e Incisa Valdarno, che ha poi inaugurato la targa in memoria di Giuseppina Cavicchi. 

Presenti anche i familiari di Giuseppina Cavicchi, i rappresentanti della Giunta e del Consiglio comunale di Figline e Incisa Valdarno, della Regione Toscana, della Città metropolitana di Firenze, insieme a tanti Comuni dell’area fiorentina, alle associazioni di Protezione civile e alle associazioni combattentistiche e d'arma del territorio.  L’accompagnamento musicale è stato affidato invece alla Corale Alessandri dell’Associazione Scuola di Musica Schumann. 
Inoltre, nella stessa giornata, sono stati deposti dei mazzi di fiori al Cimitero delle Cannucce, dove riposa Giuseppina Cavicchi, e nel giardino Cavicchi di Figline, davanti alla lastra in memoria di Aronne Cavicchi, ucciso a soli 12 anni per mano nazista nell’eccidio del 20 giugno 1944 insieme ai suoi familiari. 

"Quest'anno, abbiamo voluto dedicare la cerimonia di Pian d'Albero a una delle sue ultime testimoni, che anno dopo anno ci ha accompagnati nel percorso della memoria. Mi riferisco a Giuseppina Cavicchi, che è venuta a mancare lo scorso gennaio – spiega la sindaca Giulia Mugnai -. Per tanti anni, con grande discrezione, ha raccontato gli avvenimenti della sua famiglia, dei morti di Pian d’Albero e di Sant’Andrea, e la storia di suo fratello Aronne, ucciso dai nazisti a soli 14 anni. Ogni anno ci ha accompagnati al Casolare Cavicchi per le celebrazioni istituzionali, permettendoci di preservarne la memoria e recuperare le radici dolorose e potentissime della lotta contro il nazifascismo, elemento fondativo della terra in cui viviamo. Ci è mancata terribilmente durante le celebrazioni di quest'anno, ma il suo insegnamento e la sua testimonianza rimarranno vivi sul territorio, anche attraverso la targa che oggi abbiamo voluto dedicarle".

Dopo le celebrazioni a porte chiuse degli ultimi due anni, finalmente siamo tornati tutti insieme a Pian d'Albero e a Sant'Andrea per commemorare una delle pagine più tristi ma anche più significative del nostro territorio. Qui, come ci ricorda la targa posta sul casolare Cavicchi, una famiglia contadina e tanti partigiani sacrificarono sé stessi per lasciarci in eredità libertà, giustizia e pace.  Un'eredità che, ormai da quattro mesi, è a rischio in Europa ma che rende ancora più necessarie giornate come questa. Come dimostra la cronaca quotidiana, infatti, troppo spesso ci dimentichiamo ciò che la storia ci insegna: esercitare la memoria collettiva, quindi, è l'unico antidoto per evitare che tragedie come quelle che stiamo vivendo si ripetano nel tempo”, ha detto il presidente del Consiglio comunale, Federico Cecoro. 

 
 


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